policlinico

universita

Fuga di cervelli senza sosta. Un sistema da cambiare

a cura di Marina Basile

Le immagini di giovani laureati con un trolley al seguito, sono sempre più frequentemente le istantanee di un Paese che cambia, che si svuota e che si dirige altrove; sono le foto di giovani che spostano le loro radici in altro luogo, all’estero e lontano da casa.

Sono sempre di più, infatti, i giovani che vanno via dal nostro Paese e in particolar modo dalla nostra terra in cerca di un futuro migliore oltreconfine.

Abbiamo "perso" ormai più di 10mila cervelli, perlopiù laureati di età compresa tra i 25 e i 39 anni.

Si tratta di un dato sconfortante che riguarda tutte le regioni italiane, da Nord a Sud, anche se nel Mezzogiorno la perdita di talenti è particolarmente critica e rischia di influenzare negativamente il benessere e la sua sostenibilità. Questo il preoccupante panorama emerso da un’indagine statistica magistralmente condotta dal Prof. Fabio Manca.

I dati da lui forniti ci restituiscono pertanto il quadro di un Paese nel quale il “capitale umano” maggiormente qualificato, formato grazie ad un cospicuo investimento dello Stato e delle famiglie, viene ad essere in parte perduto.

Per analizzare le cause di questi “scatti” di realtà, per chiedere un'analisi, un rinnovamento, un intervento organico dalla politica, dell’università e del mondo del lavoro, presso l'Ex Palazzo delle Poste il Prof. Vacca assieme a colleghi e a relatori altamente qualificati ha affrontato il terzo incontro/dibattito sul tema. Tutti insieme alla ricerca di una “ricetta” che possa aiutare a superare l’annoso problema e nella speranza che si possa generare un’inversione di tendenza su questo versante.

Il Prof. Vacca ha sin da subito sottolineato che l'università e le istituzioni devono investire maggiori risorse in ricerca. Devono saper individuare e creare dei corsi che possano fornire agli studenti le giuste competenze e le chiavi indispensabili per trovare occupazione in loco, senza costringerli ad emigrare altrove.

Molto importante il ruolo del Direttore della I Clinica Medica “Baccelli” del Policlinico di Bari nella conduzione dell’incontro dibattito, arricchito con i suoi mirati interventi chiarificatori.

La Pro.ssa Rutigliano ha parlato di “ricerche di frontiera” divenute ormai indispensabili. A tal fine, nel prossimo bando, l'università si sta attivando con gli enti territoriali, e con le imprese del territorio anche perché “occorre formare i nostri giovani ad una ricerca che sia già applicata. L’innovazione presuppone un dialogo costante con il territorio e una riduzione dei tempi della burocrazia. Bisogna creare inoltre una nuova cultura del recruitment anche attraverso la creazione degli stage, ribadendo sempre quanto sia importante anche il ruolo della politica – ha dichiarato la prof.ssa Rutigliano”. Ha poi concluso il suo intervento dichiarando che “l’università si è resa finalmente conto che per rendere attrattivo il rientro dei cervelli in fuga occorre attivare iniziative volte anche alla creazione di impresa, perché ‘occupazione’ significa non solo trovare posto in un'impresa, ma vuol dire arrivare finanche a creare la stessa impresa, come avviene ad esempio con Balab”.

La Prof.ssa Corbo ha illustrato con dovizia di particolari “cosa fa e come si sta attivando l'università per il futuro”. Dal suo discorso è emerso che le responsabilità della politica sono fondamentali per riuscire a gestire il fenomeno della fuga dei cervelli. “Non è possibile che vengano utilizzati i fondi europei in progetti e dopo 3 anni i ragazzi vengano messi per strada anziché occuparli”.

Ha poi presentato un quadro dell'università degli studi di Bari che per affrontare il fenomeno dei cervelli in fuga sta partendo dall’analisi del movimento della popolazione studentesca “Abbiamo osservato che i flussi sono cambiati e che l’incoming degli studenti stranieri non avviene più dalla Grecia, ma da Cina e Albania”.

Ha inoltre messo in evidenza che l'università italiana è molto quotata e che le facoltà italiane sono definite quelle che forniscono il miglior livello di formazione nel mondo.

Il nostro Ateneo sta promuovendo il dialogo con altre università straniere. Uniba ha messo in piedi anche 5 corsi in lingua inglese, anche se, ancora oggi, forte fattore di criticità è l'internalizzazione.

Importante intervento anche quello della Dott.ssa Teresa Fiorentino che ha illustrato il ruolo svolto dal placement dell’università sul potenziamento delle soft skills.

“Svolgiamo il nostro lavoro tenendo sempre un occhio puntato sul territorio. Con le aziende abbiamo cercato di attuare un’azione sinergica di recruitment. Stiamo puntando a creare un legame stretto tra mercato del lavoro e competenze dei nostri laureati. Altre parole-chiave, oltre all'innovazione e alla ricerca devono essere informazione e comunicazione: i nostri laureati devono conoscere le opportunità del territorio, ma allo stesso tempo il territorio deve conoscere i nostri laureati”.

Portincasa ha voluto concludere sottolineando che dobbiamo diffondere un’idea di Sud e di Puglia che devono imparare a “vendersi molto bene nel percorso di internazionalizzazione” perché hanno tutte le caratteristiche per farlo.

Fonte: Quotidiano di Bari

Angelo Vacca, MD, PhD

Professor of Medicine
Department of Biomedical Sciences and Human Oncology
Chief Clinica Medica "G. Baccelli"
University of Bari Medical School
I-70124 BARI (Italy)

Phone +39-080-5478057
Fax +39-080-5592189
e-mail angelo.vacca@uniba.it